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Trento, 20 gennaio 2006
SU LAMON IL GOVERNO RIDA’ LA PALLA A GALAN
«In Trentino ma con l’ok del Veneto». Niente legge Boato, ma costituzionale
dal Trentino di venerdì 20 gennaio 2006

Un uno-due di leggi nel giro di poche ore. Dopo il lungo silenzio seguito al referendum che testimoniava il desiderio della veneta Lamon di passare al Trentino, il Governo ha legiferato: «Il passaggio si potrà effettuare solo con l’assenso del consiglio regionale Veneto». E con legge costituzionale. Poche ore prima, per colmare due mesi di vuoto, il verde Marco Boato aveva presentato un decreto legge (ordinaria) che, preso atto della volontà popolare, riconosceva il cambio di regione.

Per il presidente del gruppo misto alla Camera il Governo non ha fatto un buon lavoro: «Il disegno di legge costituzionale preannunciato dal governo per sciogliere i nodi giuridici posti dal referendum del Comune di Lamon è un’iniziativa intempestiva e giuridicamente sbagliata, in violazione della Costituzione e della legge». E’ secco il giudizio di Marco Boato, autore di un altro disegno di legge per consentire a Lamon di staccarsi dal Veneto per aggregarsi al Trentino.

Boato ricorda infatti che la Costituzione e la legge 352 del 1970 parlano infatti espressamente di legge ordinaria e non di legge costituzionale e il governo è tenuto a rispettare sia la Costituzione che la legge ordinaria sui referendum.

Per il parlamentare, il governo è oltremodo inadempiente: «Poiché a due mesi dalla celebrazione del referendum non ha ancora provveduto a richiedere il prescritto parere alle Regioni interessate. Un parere che è obbligatorio ma non è affatto vincolante». Ma quella legge dà un’altra indicazione. Boato: «A fine legislatura il governo si è mosso tardi e male. Non è questo che si aspettavano i cittadini di Lamon, che hanno rispettato alla lettera la Costituzione e la legge e che vedono così incrinata la propria fiducia nelle istituzioni».

Sarà dunque una legge costituzionale, predisposta dal ministro dell’Interno Pisanu, a sciogliere i nodi giuridici per consentire il passaggio del Comune di Lamon dalla Regione Veneto alla provincia autonoma di Trento.

La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri al termine di una discussione approfondita nel corso della quale non sono mancati dubbi e perplessità da parte di qualche ministro: «Il ddl costituzionale si è reso necessario - si viene a sapere dal Governo - poiché Veneto e Trentino sono due regioni con regime statutario diverso. Gli abitanti di Lamon con il referendum dello scorso ottobre hanno chiesto di passare da una Regione a statuto ordinario a un’altra che gode invece di uno Statuto speciale. Il ddl costituzionale è l’unico strumento legislativo per questa operazione». Per il ddl costituzionale è in ogni caso obbligatorio il via libera della maggioranza dei due Consigli regionali di Veneto e Trentino. E difficilmente il centrodestra di Galan darà disco verde all’iniziativa. Il provvedimento, a pochi giorni dallo scioglimento del Parlamento, riguarderà la prossima legislatura.

Boato (avrà suscitato la risposta dei ministri?) aveva dato un taglio diverso alla partita. Nella sua relazione il parlamentare ricorda il recente referendum del 30 e 31 ottobre 2005 con cui la maggioranza dei cittadini di Lamon (92,9%) decideva di passare al Trentino. Secondo la Costituzione il Ministro dell’interno avrebbe dovuto presentare entro 60 giorni al Parlamento un disegno di legge contenente la modifica dei confini delle Regioni coinvolte, ma ciò non è ancora avvenuto. Per questo il “Comitato per il passaggio di Lamon al Trentino-Alto Adige”, promotore del referendum, ha denunciato l’inadempienza del ministro dell’Interno.

Intanto il Comitato ha sollecitato l’iniziativa parlamentare di una proposta di legge, che è stata accolta da Boato, il quale ha depositato ieri il testo alla Camera. Il suo disegno di legge è formato di tre articoli. Il primo recita che «il Comune di Lamon è distaccato dalla Regione Veneto ed aggregato alla Regione Trentino-Alto Adige».

 

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